Questa mattina era iniziata più che decentemente: bus che passa dopo un minuto, colazione offerta, il direttore che è di buon umore, stasera cinema e una buona amica..e con questo spirito mi concedo una sbirciata su fb.. e li il dramma.
Leggo più di mille commenti in merito alla questione israelo-palestinese. Non mi voglio aggiungere a questi, ma leggo con curiosità i commenti di ragazzi che conosco, alcuni che stimo e alcuni no.
La sensazione è quella di tristezza. Triste il fatto che giovani ragazzi acculturati e a momenti brillanti si lascino trascinare dal tram tram degli schieramenti a colpi di parole invece di prendere le distanze, incentivare la tolleranza e proporre il compromesso.
Normale e condivisibile avere una propria opinione e darne visibilità, come io ora nel blog, ma triste e puerile alimentare la sperequazione ideologica.
Jacopo Tondelli parla di “tic ideologici amplificati dalla rete”, di “professionisti del dibattito” e di chi “con nonchalance passa da spiagge e tramonti ai bambini di Gaza squartati in bella vista”. Il motivo: “il triste bisogno di schierarsi a tutti i costi”.
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