Archivio | UN MONDO DI GIOVANI DONNE RSS feed for this section

Sciopero delle Donne: lunedì 25 novembre 2013

24 Nov

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Cari amici,

vi ricordiamo di partecipare domani, lunedì 25 novembre 2013, alla giornata dedicata allo sciopero delle donne e alla battaglia contro il femminicidio. Per dare un segnale della vostra adesione basta indossare qualcosa di rosso.

Per maggiori informazioni potete consultare il sito dell’iniziativa: www.scioperodelledonne.it/

Noi partecipiamo, e voi?

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Zoom Israele

12 Ago

Zoom Israele

Gerusalemme, sopra i tetti di Habad St una giovane donna ebrea ortodossa con il figlio. Sullo sfondo la Cupola della Roccia.

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Gerusalemme, sei giovani donne musulmane siedono all’ombra dei cedri del Libano nella spianata delle Moschee in una giornata di Ramadan.

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Gerusalemme, dentro le mura della Città Vecchia una bimba musulmana dà sfogo della propria vanità con un paio di scarpe con il tacco.

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Gerusalemme, due generazioni di donne musulmane si recano alla preghiera.

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Gerusalemme, l’indicazione in lingua ebraica (nashim, tradotto “donne”) che separa la sezione maschile da quella femminile presso il Muro Occidentale (Muro del Pianto).

 

No Profit: la Casa Internazionale delle Donne, in onda su Radio Rai Gr Parlamento

15 Mag

Segnaliamo un nuovo appuntamento con NO PROFIT, il programma ideato e condotto da Paola Severini Melograni.

In questa puntata:  “La Casa Internazionale delle Donne”

OSPITI: Francesca Koch, Presidente della Casa Internazionale delle Donne

Si parlerà delle attività della Casa Internazionale delle Donne, di femminicidio e della necessità di ratifica parlamentare della Convenzione di Istanbul del 2011 che riconosce la violenza sulle donne come una violazione dei diritti umani e una forma di discriminazione.

QUANDO: Giovedì  16 maggio alle ore 14.15

DOVE: Radio Rai Gr Parlamento

INFO: Potete scrivere a :gruppoangeli@gmail.com. Trovare la puntata dopo la messa in onda sul sito di Radio Rai Gr Parlamento.

 

“Responsabilità, serietà, e un po’ di cecità sognante, di questo abbiamo bisogno oggi”

11 Apr

Diamo diffusione della lettera, pubblicata da Solferino28, di Claudio Speranzetti, dottorando di Antropologia all’Università di Harvard Stati Uniti. Racconta di chi, partito dall’Italia e frustrato della presente situazione italiana, vorrebbe tornare e dare seguito a quel senso di responsabilità che deve essere della nostra generazione.

Salve Professoressa,

Sono a Boston in questo momento. Mi spiace sentirla cosi scoraggiata con l’università italiana ma purtroppo ultimamente sto condividendo la sua sensazione. Ma andiamo per ordine.

Volevo scriverle per darle alcune buone notizie. Sto finendo la mia tesi e allo stesso tempo facendo domanda di post-doc e di posizioni accademiche. Questa ricerca sta dando risultati molto al di sopra delle mie aspettative. Ho vinto un post-doc a Singapore su città asiatiche e sono tra i finalisti sia per il post-doc a Oxford All Souls che a Cambridge Saint John college. La settimana prossima sarò a San Francisco per il convegno della associazione antropologica americana e avro’ interviste per tre posizioni come professore a Carleton College, Georgetown University e Princeton! Oltre a questo mi è stato consegnato il premio per migliore saggio di antropologia urbana del 2012!

Tutto per il verso giusto, queste notizie sembrerebbero dire. E invece non posso mettere a tacere il sentimento di rabbia nei confronti del sistema italiano. Come è possibile che nel mio paese di origine, in cui vorrei tornare e che francamente non vanta lo stesso prestigio accademico degli Stati Uniti, rimango senza alcuna minima possibilità di entrare in università mentre qui mi invitano per interviste nelle migliori universita’ e offrono post-doc da sogno, ben retribuiti e con larghe possibilità di crescita. Che io venga selezionato o no per questi lavori è ininfluente, ma la sola possibilità di essere valutato sembra una chimera in Italia. Ultimamente è come se ogni successo mi rendesse piu rabbioso e forse più motivato a cercare una via di ritorno in Italia. Sono veramente esausto di fare tutto con la massima dedizione e buoni risultati e non vedere nessun effetto in quella direzione ma allo stesso tempo sempre piu convinto che non è una vita in America quello che voglio. A questo oramai mi sento condannato da un paese che non solo non sfrutta e sviluppa i propri talenti ma persino disdegna quelli formati con fondi, risorse, e dedizione da altri paesi. E’ frustrante e francamente triste.

Questi sentimenti aumentano quando leggo le parole di una accademica come lei, che ha posto dedizione, tempo, e, perché no, amore nella università e si trova incastrata in una macchina burocratica, volta a valutare e quantificare tutto ma senza costruire nulla. Un sistema che sembra uscito da un racconto di Brecht, un essere schizzofrenico che conta i numeri di colpi di accetta mentre fa a pezzi il ramo su cui siede, congratulandosi con se stesso dell’efficenza che sta ottenendo.

Mi spiace di buttar sopra altra frustrazione a quella che già traspare dalle sue parole, ma questo vivo. Rimane, però, una speranza. Gli ultimi tre mesi passati in Italia me l’hanno fatta rinascere e coltivare come un fiore debole in mezzo all’inverno. Si sta alzando una nuova onda, un’onda locale, ancora troppo piccola per essere visibile a livello del mare ma che sta spostando molti di noi. Un’onda di ritorni, di giovani che rispondono ai chiari e inequivocabili messaggi che ci dicono di andarcene e non tornare indietro con una testarda dedizione, con una voglia di non accettare il sistema Italia come è ma di mallearlo e dargli forma con le nostre mani, che questo necessiti pugni o che necessiti accurate carezze. Questa e’ la nostra sfida, e non piu’ quella della vostra generazione. Una sfida i cui risultati non possiamo imputare alla politica, alla generazione precedente, al debito pubblico, o agli sprechi. La vera enorme sfida di noi 30enni oggi in Italia, una sfida che, se fallimentare, saremo stati noi a perdere e, se di successo, saremo stati noi a vincere. E’ il nostro tempo e non voglio viverlo a distanza, non voglio dover sentire tra 20 anni che il sistema Italia mi e ci ha tolto persino la possibilità di giocarmela. Responsabilità, serietà, e un po di ciecità sognante, di questo abbiamo bisogno oggi.

Tutto questo per farla un po’ partecipe delle mie riflessioni ora, magari la via sarà un po’ tortuosa ma tornerò e torneremo e non pensi che quello che lei e persone come lei hanno fatto per tutti noi e per la nostra generazione è stato o sarà dimenticato, cosi come non sarà dimenticato l’operato di chi questo sistema l’ha creato e ne ha tratto profitto. Sotto il deserto del reale dell’ Italia di oggi stanno crescendo delle piantine, per alcuni saranno fiori e per altri piante carnivore. So che non è facile vederle, ma provi a crederci e abbia un po di fiducia nella nostra generazione.

Link: http://solferino28.corriere.it/2013/04/11/io-dottorando-ad-harvard-che-vorrebbe-tornare-in-italia-ma-non-riesco/

I Diciottenni Invisibili

27 Mar

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Che fine hanno fatto i diciottenni? cosa fanno? cosa dicono? cosa pensano? Nessuno lo sa. Facciamo un tentativo insieme. Andiamo su Google. Scriviamo: “avere diciotto anni nel 2013”. Risultato? Si parla di pensioni, contributi e cinquantenni.

Che vorrà dire tutto ciò? 

Ipotesi a) “I 50 sono i nuovi 18″. L’età dell’oro dove tutto quello che di impegnativo e responsabile dovevi fare lo hai già fatto. Probabilmente sei vicino alla pensione e quindi non ti resta che lasciarti andare alla “crisi di mezza età”. Perdi peso, compri una macchina sportiva e investi del tempo nel scegliere l’ultimo modello di Rayban.

Ipotesi b) Avere 18 anni è impossibile. Sei già catapultato nel vortice di ansia che si chiama FUTURO. Il lavoro, l’università, Italia non Italia, omosessuale o eterosessuale, l’esame, mamma, papà e nonna. Speri in cuor tuo di passare più velocemente e indolore questa fase di transito. Rigurgito dell’adolescenza e preambolo all’età adulta.

Ipotesi c) Nessuno ne è interessato. Forse l’ipotesi peggiore. La classe invisibile che pesa sulla responsabilità dei genitori (se presenti). Alla ricerca di indipendenza che però è costantemente posticipata data la mancanza di reddito autonomo. Qual’è il ruolo delle istituzioni in questo processo di crescita? Potrebbero accompagnarlo, ma sono più come zii di secondo grado. Non sai bene se ti sono parenti o no, ma li hai sempre chiamati “zii”. Ti fanno il regalo alle feste comandate come minimo sindacale. Tuttavia non fanno parte della tua quotidianità e non sai nulla di loro a parte quello che ti raccontano i tuoi.

Avere 18 anni nel 2013 è un insieme di queste tre opzioni.

Tanti valori e non-valori tutti plasmabili. Sostanza e non forma.

In questo le Istituzioni dovrebbero inserirsi

Dall’Europa Nuove Garanzie per i Giovani

6 Mar

Bruxelles

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Il 28 febbraio 2013 il Consiglio dell’Unione Europea ha raggiunto un accordo politico sull’istituzione di sistemi di garanzia per i giovani. Tali garanzie sono finalizzate ad assicurare offerte di lavoro o formazione ai giovani disoccupati.

Tutti i giovani di età inferiore ai 25 anni che perdono il lavoro o non lo trovano una volta terminato il percorso scolastico, dovrebbero ricevere un’offerta qualitativamente valida di lavoro, proseguimento degli studi, apprendistato o tirocinio entro un periodo di quattro mesi. Gli Stati membri dovrebbero attuare i sistemi al più presto, preferibilmente a decorrere dal 2014. Tuttavia, un’attuazione graduale potrebbe essere presa in considerazione per i paesi con gravi difficoltà di bilancio e con tassi più elevati di disoccupazione giovanile.
La garanzia per i giovani è una risposta al deterioramento della situazione dell’occupazione giovanile in Europa in cui un numero crescente di giovani è senza lavoro, istruzione o formazione. Gli investimenti richiesti per detti sistemi devono essere rapportati agli alti costi sociali ed economici che una diffusa disoccupazione giovanile comporterebbe a lungo termine.
Parte del finanziamento del sistema sarà sovvenzionata con fondi UE che saranno rinforzati da una nuova iniziativa che renderà disponibili 6 miliardi di EUR per il periodo 2014-2020. Questo aiuterà le regioni con tassi di disoccupazione giovanile superiori al 25% ad adottare misure per aumentare l’occupazione giovanile. La metà di questo importo sarà assegnata dal Fondo sociale europeo e l’altra metà da una linea di bilancio dedicata all’occupazione giovanile.
Dal sito del Consiglio dell’Unione Europea http://www.consilium.europa.eu/homepage/highlights/council-agrees-on-youth-guarantee?lang=it

Mondo politico e giovani: quattro punti (più o meno seri) per un Primo Ministro ideale

15 Gen

1- Educazione

I debiti, il voto in condotta, l’Erasmus, il progetto Leonardo ci piacciono (state tranquilli), tuttavia sarebbe opportuno occuparsi di:

a) Un sistema di valutazione dell’insegnamento premiando i professori bravi e le scuole cercando però di non penalizzare i più svantaggiati ricordando il legame spesso ignorato tra livelli di reddito e performance scolastiche

b) Un meccanismo di cambio generazionale e trasmissione del sapere tra professori. I professori di 40 anni non possono essere ancora precari, questo ne li gratifica, ne li responsabilizza e soprattutto se ne mette in discussione la loro autorevolezza

c) Tempismo: allinearci con i sistemi europei e internazionali. Ridurre di un anno il liceo come nella maggior parte dei paesi europei permetterebbe di entrare un anno prima nel mondo del lavoro

d) Cultura: non relegarla ai musei ma renderla parte della vita quotidiana con politiche di inclusione e penetrazione tra i giovani per educarli fin da piccoli. Farla diventare un’abitudine.

2- Mercato del lavoro

Stop ai furbi! Stage pagato o non pagato, il vero problema è costituito dalla mancanza di nuovi posti di lavoro. 

a) Allineare l’offerta universitaria con la domanda proveniente dal mercato del lavoro. Università a numero chiuso pensate per rispondere a esigenze concrete, largo a vocational training e apprendistato

b) Promuovere meccanismi di incontro tra mondo del lavoro e università fin dall’inizio per permettere di capire meglio cosa fare “da grandi” in modo da orientare il percorso e non ritrovarsi alla fine persi nel maremagnum delle candidature (promuovere meccanismi di mentoring, tutoring)

c) Agevolare le start up con finanziamenti (se richiesti) e/o patrocini e riconoscimenti gratuiti che diano credibilità alle giovani realtà. Rischio alto ma ritorno sull’investimento potenzialmente ottimo!

3- Mobilità

Stop al mammismo, abituare i giovani italiani a viaggiare per confrontarsi con abitudini europee e non.

a) Immaginare scambi a costo zero in modalità coachsurfing (impensabile albergo a 4 stelle per ragazzi!)

b) Mobilità sociale con carriere aperte ai più bravi e non ai figli di

c) Sistema di welfare che non consideri solo i pensionati ma i giovani e le giovani coppie con agevolazioni fiscali!

4- Educazione civica

Stop alla maleducazione!

a) Condivisibile l’estrema difficoltà, ma la speranza è l’ultima a morire. Ergo, sarebbe opportuno incentivare il senso civico dall’età di 0-1 anno a tutela della res publica e del vivere comune

b) Far conoscere a tutti il lavoro di alcune associazioni che si occupano di mafie, di vittime di mafia e che ri-utilizzano le terre confiscate alla mafia

c) Fare corsi di raccolta differenziata nelle scuole per educare al senso del pulito negli spazi pubblici e non solo dentro casa propria con le pattine anti polvere sul parquet cerato!

Headhunter’s tips per donne

8 Gen

Il Financial Times apre il vaso di Pandora sulla questione dell’uguaglianza di genere sul posto di lavoro e parla, per voce di Brigitte Lemercier, di headhunter’s tips per donne .

Brigitte Lemercier, founder of NB Lemercier & Associates, a Paris-based executive search company, on how women in France can advance their careers:

● Excel in their studies. “This is France, after all, where good studies matter.”

● Go abroad as soon as possible. “Experience in Asia is probably better these days than the US.”

● Get involved in a network – “whether it is from university, business school or a ‘young leader’s’ programme”.

● Find a mentor. “If it is a man, you should choose someone a good 20 years older who can feel paternalistic.”

● Avoid working for the same person for many years. “You may not be getting the right attention and reward for your work.”

● Choose difficult jobs. “They give you visibility for the next position. Women excel in ‘transversal’ jobs where you need to convince, are less territorial and hierarchical and so do well as heads of complex projects.”

● Think about combining career and family. “They start their career, then have a family and continue to work . . . They start networking between 45 and 50 – which may be too late.”

Per saperne di più: http://www.ft.com/cms/s/0/a5391154-55c3-11e2-9aa1-00144feab49a.html#axzz2HOkk0Ykv

DuemilaeCredici: la questione sociale, il futuro in Europa e l’attenzione ai giovani

2 Gen

La questione Sociale. Per il Presidente Napolitano, “dobbiamo parlare non più di ‘disagio sociale’, ma come in altri momenti storici, di una vera e propria questione sociale da porre al centro dell’attenzione e dell’azione pubblica”. E ha continuato: “È una questione sociale, e sono situazioni gravi di persone e di famiglie, che bisogna sentire nel profondo della nostra coscienza e di cui ci si deve fare e mostrare umanamente partecipi. La politica, soprattutto, non può affermare il suo ruolo se le manca questo sentimento, questa capacità di condivisione umana e morale.

La questione Europa. Per il Capo dello Stato, “uscire dalla recessione, rilanciare l’economia, è possibile per noi solo insieme con l’Europa, portando in sede europea una più forte spinta e credibili proposte per una maggiore integrazione, corresponsabilità e solidarietà nel portare avanti politiche capaci di promuovere realmente, su basi sostenibili, sviluppo, lavoro, giustizia sociale. L’Italia non è un paese che possa fare, nel concerto europeo, da passivo esecutore ; è tra i paesi che hanno fondato e costruito l’Europa unita, e ha titoli e responsabilità per essere protagonista di un futuro di integrazione e democrazia federale, che è condizione per contare ancora, tutti insieme, nel mondo che è cambiato e che cambia.

La questione Giovani. Il Presidente della Repubblica si è rivolto ai giovani: “Sono loro – ha detto – che hanno più motivi per essere aspramente polemici, nel prendere atto realisticamente di pesanti errori e ritardi, scelte sbagliate e riforme mancate, fino all’insorgere di quel groviglio ed intreccio di nodi irrisolti che pesa sull’avvenire delle giovani generazioni. I giovani hanno dunque ragioni da vendere nei confronti dei partiti e dei governi per vicende degli ultimi decenni, anche se da un lato sarebbe consigliabile non fare di tutte le erbe un fascio e se dall’altro si dovrebbero chiamare in causa responsabilità delle classi dirigenti nel loro complesso e non solo dei soggetti politici. Importante è che soprattutto tra i giovani si manifesti, insieme con la polemica e l’indignazione, la voglia di reagire, la volontà di partecipare a un moto di cambiamento e di aprirsi delle strade. Perché in fondo quel che si chiede è che si offrano ai giovani delle opportunità, ponendo fine alla vecchia pratica delle promesse o delle offerte per canali personalistici e clientelari. E opportunità bisogna offrire a quanti hanno consapevolezza e voglia di camminare con le loro gambe : bisogna offrirle soprattutto attraverso politiche pubbliche di istruzione e formazione rispondenti alle tendenze e alle esigenze di un più avanzato sviluppo economico e civile”.

I Giovani Neoassunti: saranno schizzinosi ma non lo dimostrano

27 Dic

Choosy? Rispetto al 2007, secondo l’elaborazione dei dati fornita da Data Giovani, i ragazzi neo laureati alla ricerca del primo impiego sarebbero “più precari, più sovraistruiti, lavorano di più in orari asociali e sono pagati meno”.

Riprendiamo qui i i dodici tweets postati da Data Giovani che riassumono il Rapporto:

http://www.datagiovani.it/newsite/2012/12/giovani-neoassunti-del-2012-saranno-schizzinosi-ma-non-lo-dimostrano/

I giovani del Mezzogiorno con un basso livello di educazione sarebbero quelli più penalizzati. Ma anche il fenomeno dei giovani “over educated” che spesso si ritrovano a fare lavori che non rispondono alle attese e per i quali le qualifiche ottenute spesso risultano poco adeguate. Il payoff sarà nel lungo periodo. Per ora bisogna accontentarsi. Lo dicono quelli che il lavoro già ce l’hanno.

Mismatch tra domanda e offerta di lavoro oppure un’offerta sorda e una domanda muta?

Giovani Italiani Bruxelles

Iniziativa indipendente volta a chiedere politiche concrete per i giovani italiani.

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Aneddoti e piccoli incidenti del mondo digitale italiano.

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